GIANNI DE TORA |
CARTELLE /mostre collettive |
INDICE GENERALE | CONTATTI | OFFICIAL SITE | INDICE COLLETTIVE |
1988 ''Disegno Campania 88-progetto Morcone'' Casa Sannia e S.Bernardino, Morcone (BN) 10 settembre -15 ottobre |
TESTO DI ENRICO CRISPOLTI DEL 1988 PER PRESENTAZIONE CATALOGO DELLA MOSTRA |
Un margine di sincerità: il disegno Man mano che l'opera d'arte in quanto tale nel sistema dei massimi consumi,dei consumi elitari, si fa oggetto trionfalistico, assume cioè vesti di configurazione di prodotto non solo finito ma ipertrofico, vesti e comportamenti insomma da grande parata, tanto più l'opera d'arte si fa simbolo della produzione da parte di una sorta di "stars system" artistico apparentemente delegato, in realtà fra autoeletto e cooptato, il disegno riprende quota almeno in chi nell'opera d'arte ricerca non tanto un oggetto cosmetico ma un segno di comunicazione. Al disegno si finisce per riconoscere allora un più agevole margine superstite di sincerità; di sincerità, autenticità espressiva, comunicativa: dalla confessione all'inventiva, dall'effusione alla ricerca strutturale. Si sente in fondo il disegno più vicino ad una radice, ad un'origine, ad una motivazione. Più prossimo al crogiuolo autentico del pensiero immaginativo dell'artista; più lontano dal livello conformativo della fabbricazione dell'opera. Più segreto certamente, più immediato, più vero perciò, insomma, molto spesso. Non è un caso che al disegno si vada rivolgendo attualmente un interesse nuovo: non tanto rivolto al piccolo documento del grande lavoro, ma ad un livello diverso da quello del grande lavoro. E spesso appunto più autentico, più direttamente parlante. Ricordo un episodio recente per tutti i molti che si potrebbero qui richiamare. Avviando in modo più organizzato la propria attività la Galleria d'Arte Moderna del Comune di Modena ha iniziato una raccolta dedicata al disegno, e dalle prime acquisizioni ha tratto una stimolante mostra appena conclusa. E Modena aveva dedicato nel 1983 una stimolante esposizione al disegno italiano fra le due guerre. Per quanto mi riguarda ho dedicato al disegno una particolare attenzione soprattutto in questi anni Ottanta. Non solo la mostra di disegni di Fontana a Roma nel lontano 1972, e quella di Guttuso attraverso il disegno, circolata nel 1983-84 fra Reggio Emilia, Como, Milano e Salerno, ma la grande mostra dedicata alla "scultura disegnata" nel 1984 a Roma. Ed ecco qui a Morcone per me una nuova occasione d'impegno, dedicata alla ricerca artistica attuale in Campania, appunto attraverso il disegno. Idealmente questa chiamata a raccolta degli artisti campani si lega a quella rassegna che in certo modo ha fatto storia che fu nel 1975 a Marigliano "Napoli situazione 75", di opere di pittura, scultura, ambientazione. Una rassegna che permise di cogliere, negli anni in cui si parlava giustamente di "territorio" (in un'apertura rimasta da allora senza eguali alla problematica sociale dell'arte), la vitalità diramata del patrimonio creativo che la Campania offre da qualche decennio in particolare al contesto della realtà artistica nazionale. Intitolata a Napoli infatti come epicentro, in effetti estendeva i propri interessi a quel contesto continuo di conurbazione che la Campania di fatto costituisce. Evidenziando dunque una consistenza diramata del lavoro artistico in atto, così da costituire in certo modo un modello per iniziative successive che persino la Quadriennale romana si è sentita in dovere di programmare (e che per ora ha realizzato soltanto in quel ridotto "specimen" di panorama complessivo meridionale che è stato, nell'ultima tornata della grande rassegna romana, la sezione "Ricognizione Sud"). Qui invece soltanto il disegno, per rappresentare la situazione della ricerca in Campania tredici anni dopo. Certamente anche perché appunto il disegno oggi è tutto sommato più rivelatorio, più indiziario. Del resto un' altrettanto vasta rassegna del disegno campano non credo sia stata mai realizzata. E dunque il "Progetto Morcone", nel quale questa mostra si inserisce, prova così la propria complessità appunto progettuale non rivolta soltanto al recupero monumentale, ma ad un'attivazione di occasioni culturali, di scambi, di confronti. La rassegna è apertissima e offre documenti delle numerose alternative verificabili nella ricerca in atto. Come già "Napoli situazione 75" non è infatti una rassegna riduttiva ma ampiamente esplorativa, attraverso uno spessore plurigenerazionale, e attraverso appunto la documentazione di polarità di ricerca anche molto diverse fra loro, in un arco che complessivamente del resto ben riproduce, in formato campano, l'effettiva dialettica della ricerca artistica di questi ultimi anni, non soltanto in quadro nazionale. Naturalmente la mostra è organizzata, né poteva essere altrimenti, secondo un possibile itinerario di lettura critica. Non è insomma un dizionario indiscriminato, ma appunto un itinerario critico. Divisa perciò in nove sezioni, più o meno del medesimo peso di presenze, si snoda da una prima sezione dedicata al "racconto figurato", cioè all'ambito di ricerche ove si manifesta il ricorso alla figura come determinante di uno snodo narrativo, ad una seconda sezione dedicata al "narrativo ironico", ove il parametro non è più una figuratività in qualche modo rappresentativa ma una costruzione narrativa ellittica e anche elusiva nella quale le immagini si configurano attraverso un filtro che è prevalentemente di chiave ironica. Quindi una terza sezione intitolata "fantastico onirico", che accoglie quelle proposizioni di dimensione fantastica traversate da un più o meno acceso onirismo. La quarta invece riguarda "mediazione concettuale, progetto comportamentale", cioè un ambito ove il disegno si essenzializza ad idea e in qualche caso configura il progetto di un'azione di comportamento. A "organico metamorfico" è dedicata la quinta sezione, che sottolinea ricerche intente a cogliere un'immagine appunto metamorfica di vitalità organicistica. Mentre, la sesta, "immagine evocativa" s'incarica di documentare un ambito di proposte ove gioca la qualità evocativa sensitiva di colore e segno. E "tracce, segni", la settima, corrisponde a proposizioni nelle quali il segno è appunto soprattutto traccia di ambigue presenze. Mentre l'ottava sezione "iconi archetipe" insiste sull'evidenza di immagini quasi totemiche, ricche di remote risonanze emotive e immaginative. L'ultima, e nona, sezione propone invece esempi di quella ricerca non- figurativa strutturale che in Campania ha una ricca e svariata adesione. Le presenze sono numerosissime, e le posizioni dunque assai svariate. La mostra risponde a quella mentalità delle "alternative" possibili (se effettivamente in campo) alla quale è ispirato da quasi trent'anni il mio lavoro critico, e che oggi appaiono un parametro quanto mai attuale di fronte alla caduta delle verità uniche (se non altro un dono utile del "postmoderno" che peraltro stiamo ormai archiviando). E confermano come la situazione della ricerca in Campania oggi offra documenti sufficienti per riconoscere una vitalità che si rinnova, appunto attraverso il lavoro di più d'una generazione in campo. Di questa situazione il disegno è in grado di offrire una possibilità di livello di lettura come ho detto più intimo, più segreto, forse anche più problematico di quanto si conosca (e in moltissimi casi si conosca assai bene attraverso rassegne nazionali e singole presenze) del lavoro di ciascuno. Non necessariamente un disegno strettamente progettuale, più spesso un disegno di ricerca, dunque aperto ad eventualità che non sempre confluiscono nell'opera maggiore. A volte quasi la pagina di una sorta di diario. All'opposto della quale risulta appunto il disegno progettuale, che pure vi è presente. Si sono chiamati a raccolta gli artisti operanti in Campania, prescindendo quindi dalla consistente diaspora che se poteva far affluire nomi anche prestigiosi avrebbe forse tuttavia un po' alleggerito il senso di una ricognizione sul territorio, quale in fondo questa mostra aspira ad essere, nel bene e nel male di una realtà effettiva del livello della ricerca. Naturalmente pertinente il profilo del lavoro sia di pittori, sia di scultori, sia di artisti preminentemente grafici, sia di operatori comportamentali. È un inizio, nel quadro del "Progetto Morcone"; l'inizio di un'attività espositiva concernente la ricerca artistica. E mi sembra fosse opportuno aprire nel senso di un'ampia occasione di incontro e di confronto, e proprio guardando anzitutto al territorio nel quale il progetto stesso si colloca. |
cartoncino di invito |
RISORSE AGGIUNTIVE |
Sintesi del catalogo della mostra /SCARICA IL PDF |
©Eredi De Tora 2015 |
web&DTP project: iOdesign FCA /creativeLAB by Renato R. Iannone - Architect and creative designer |